Le maschere chirurgiche, a volte chiamate maschere chirurgiche, sono progettate per essere indossate da professionisti medici durante varie procedure mediche al fine di prevenire la trasmissione aerea di batteri nei pazienti e / o nel personale medico curante. Questi dispositivi hanno molti vantaggi per fornire protezione contro i rischi di errori chirurgici, inclusa la diffusione di batteri da un paziente all’altro o da un sito chirurgico all’altro, nonché il rischio di reazioni avverse ai farmaci (ASDR), perdite di sangue e gravi lesioni al naso, alla bocca o alla gola. Come per tutti i dispositivi medici, la prestazione delle mascherine chirurgiche richiede che siano adeguatamente curate durante l’uso al fine di garantire prestazioni e protezione ottimali di chi le indossa. L’uso e la cura corretti includono la garanzia che la maschera non venga alterata in alcun modo, come inclinarla o spostarla mentre viene indossata. La mancata osservanza di questa precauzione può causare seri problemi che potrebbero compromettere le prestazioni del dispositivo.
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Il primo passo per garantire un uso e una cura corretti delle maschere chirurgiche è lavarle dopo ogni utilizzo in acqua calda o fredda secondo le indicazioni del produttore. Il lavaggio in acqua calda consente l’asciugatura degli strumenti utilizzati nella procedura, il che aumenta la durata dell’unità riducendo il rischio di perdita di umidità. Il lavaggio deve essere eseguito anche prima e dopo ogni utilizzo in condizioni asciutte e non igieniche.
La frequenza di pulizia delle mascherine chirurgiche dipenderà dal tipo di dispositivo e dalla frequenza di utilizzo dell’articolo. Potrebbe essere necessario pulire le maschere più frequentemente se c’è molta esposizione all’umidità, come quando la persona che le indossa sta lavorando in un ambiente umido o vicino all’acqua. Inoltre, le maschere chirurgiche che contengono goccioline di liquido antibatterico devono essere pulite o sostituite dopo ogni utilizzo secondo le indicazioni del produttore. Pulirli e sostituirli adeguatamente riduce il rischio di trasmissione di una malattia mortale come il virus del Nilo occidentale, che l’anno scorso ha ucciso migliaia di persone in tutto il mondo.
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